Dicembre 2016 - Lubiana, finalmente!

Dopo tre lunghi anni, finalmente, finalmente......finalmente, per il ponte dell'Immacolata, torniamo a mettere le ruote del nostro camper all'estero!

Per l'occasione, il nostro Matteo ha scritto un diario di questa piccola vacanza, da dove traspare tutto l'entusiasmo e la partecipazione dei suoi quasi dieci anni. Ho quindi voluto cedere a lui la parola per raccontare queste belle giornate trascorse insieme. Vai Matteo!**

8 DICEMBRE 2016

Un ponte in Slovenia

Siamo partiti da ormai venti minuti ma il tragitto è ancora molto lungo

Mi trovo in camper e, con la mia famiglia, sono diretto in Slovenia, a Lubiana, prima però faremo una tappa a Gorizia.

Dopo un lungo e stancante viaggio siamo arrivati alla meta, affamati ci dirigiamo nel parcheggio che avevamo adocchiato in internet.

Non riusciamo riusciti a trovare un posto per sostare quindi ci sistemiamo vicino ad un ospedale.

Il mattino dopo partiamo di nuovo per arrivare a lubiana.

Dopo aver pranzato nel campeggio (in cui c’era anche qualche fiocco di neve) ci siamo vestiti per bene e abbiamo aspettato alla fermata dell’autobus per arrivare fino al centro

 

Mentre vedo i cartelli stradali che scorrono uno dopo l’altro penso che la lingua parlata in quei posti sia veramente incomprensibile.

Intorno a noi c’erano alti palazzi con insegne tutte colorate.

Una volta scesi dall’autobus cominciamo a guardarci intorno ed ammiriamo la tecnologia che, in confronto a quella Italiana, è molto evoluta: ci sono schermi dappertutto, c’è anche la spazzatura che dopo essere stata gettata nel cestino, attraverso delle tubature sotterranee, raggiunge un centro di riciclaggio*.

* NDR: Magari tra qualche anno sarà così; per ora, sotto terra ci sono i cassonetti che raccolgono l’immondizia

Passiamo accanto ad un parco in cui stanno allestendo un mercatino natalizio ed a un certo punto riusciamo a scorgere un ponte, incuriositi ci avviciniamo e, appena scese le scale, un’esplosione di musica colori balli e allegria ci avvolge in un’atmosfera unica.

ci attira un locale che si trova sotto al ponte!

 

Galleggia sull’acqua del fiume Ljubljanica.

Ogni tanto si vede passare qualche strano battello che fa fare un giro ai turisti.

Ci sono grandi palazzi, sono stupendi, sembrano molto antichi, ma uno in particolare mi attrae più degli altri: si tratta di una chiesa rossa, ma un rosso sfumato, quasi rosa. Sugli angoli della struttura il colore è il bianco, che fa risaltare la tinta acqua marina con cui sono dipinte le cime dei campanili.

 

Anche la chiesa di San Nicola ha un suo fascino: con i suoi campanili domina una buona parte del centro città.

La nebbia, che avvolge lubiana, ci permette di vedere solo una piccola parte del castello situato su una collina. 

Comincia a fare freddo e la fame cresce sempre di più, così decidiamo di ristorarci nel primo bar che vediamo.

Un bel ristorante sembra quasi aspettare noi, non possiamo deluderlo, e perciò entriamo nel locale.

L’arredamento è stile industriale (il mio preferito), la cucina è aperta, senza pareti. Tra la cucina e lo spazio in cui i clienti ristorano c’è solo un bancone che corre tutt’intorno all’area del personale.

Delle torte appetitose ci attirano e, appena ci avviciniamo al bancone, un uomo in uniforme ci chiede in Inglese “Volete ordinare un dolce”. Dopo aver chiesto anche alla mamma, io e papà optiamo per una cheeschake alle fragole.

 

L’attesa per la torta è breve ma, come avevamo programmato, ordiniamo anche tre cioccolate calde. Ci siamo scaldati, abbiamo mangiato e ora è il momento di ripartire.

Saliamo in autobus e dopo qualche secondo partiamo. Guardando fuori dal finestrino vedo la città che scivola sempre più lontana finché arriva la nostra fermata. Esausti ci dirigiamo al campeggio e, dopo una ricca cena a base di carne, ci distendiamo e dopo pochissimi minuti siamo già nel sonno più profondo che si possa immaginare.

(Giorno due)

Sono sveglio ma ci metterò un po’ ad alzarmi dal letto dato che si sta troppo bene.

Dopo essermi convinto a scendere e dopo essermi preparato, esco di nuovo per fare un altro giretto che potrebbe essere una fantastica passeggiata all’interno delle mura del castello di lubiana.

Stiamo girando in centro da un po’ in cerca dell’ufficio informazioni, penso che questa bellissima città sia abbastanza piccolina…ma…ripensandoci è anche questo che la rende splendida.

La signora dell’ufficio in cui ci siamo recati per avere informazioni su come arrivare al castello ha detto che andando sempre dritti e girando a sinistra dopo circa trecento metri si trova una funicolare che porta fin in cima alla collina su cui è situata l’imponente struttura.

 

Dopo una lunga coda per salire nella cabina (che in realtà non è una funicolare) “conquistiamo” il primo posto per entrare ed scegliamo il posto da cui si poteva godere del panorama migliore.

Una volta arrivati nessuno può resistere a scattare una foto alla splendida vista.

Dopo un piccolo corridoio si sbuca in uno spiazzo dove ci sono un sacco di scale da cui si può accedere alla grande piazza che è racchiusa dalle mura antiche. Appena scesi dal “funicolare”, in fondo al corridoio, si possono notare delle pietre che danno un tocco medievale in più all’ambiente.

Si poteva entrare in un antica cella all’aria aperta isolata dalle altre gabbie.

Immagino come doveva essere stato questo posto tanto tempo fa.

 

Consultando la cartina che ci è stata offerta decidiamo di salire fino alla torre panoramica.

L’indecisione è grande ora che sto guardando in alto, fin dove il mio sguardo riesce a spingersi e penso di salire fin lassù.

Mia mamma non ha problemi ma io, che soffro di vertiggini, e mio papà siamo come bloccati.

Combattuto decido di salire ma vedendo la lunghezza delle scale. Solo chi, come me ha questo mini mini mini mini problema puo capire come ci si sente in questi casi.

Non è paura, è …ehmm…come se una parte di te volesse salire per ammirare il panorama e l’altra fosse bloccata e anche il cervello si blocca.

 

Questa volta ero nervoso perché avevo come una fame di salire che era alimentata dalla mia parte curiosa ma non riuscivo a darmi questa soddisfazione.

Insoddisfatto mi accodo assieme a mamma e papà per attendere la visione di un filmato che presenta il castello ai turisti.

Si tratta di una cosa molto breve ed è vista dagli occhi di un drago e ripensandoci…ah! Ecco perché il simbolo di lubiana è il drago ed ecco perché c’è anche il ponte dei draghi in città.

Il documentario è fatto bene e racconta tutta la storia del castello che, nel corso degli anni, è cambiato ed è anche resistito ad un forte terremoto.

Una volta finito il video decidiamo di salire sulle mura panoramiche elencate sulla mappa.

 

Anche se è più basso della torre su cui volevo salire si gode un panorama splendido e riesco a vedere l’alto palazzo con l’insegna Petrol che si trova a chilometri di distanza da qui. Per alcuni minuti restiamo immobili e guardiamo l’immensa distesa di alti palazzi che circonda il centro che è più storico e meno moderno.

Facciamo una breve visita al museo di marionette che è stato allestito e poi scendiamo per andare a mangiare. Ci sediamo su degli sgabelli e cominciamo a mangiare (all’aperto) sotto l’ombrellone di (soprannominato da papà) “Gigi l’onto”. si tratta di una specie di bar all’aria aperta in cui si pranza e sicena (per noi Italichi) perché gli Sloveni mangiano cibi “pesanti” quasi a tutte le ore.

 

io e mia mamma abbiamo ordinato una sorta di amburger che ci si condisce da soli e papà ha ordinato una pasta ai fagioli con del pane sopra

il pomeriggio lo passiamo camminando a lungo e arriviamo al camper più che stanchi.

(Giorno 3)

Durante la colazione penso solo a una cosa: nel pomeriggio raggiungeremo con l’autobus le terme che ci sono state indicate in precedenza.

Sono contento però devo aspettare ancora a lungo prima di partire.

Una volta rintanatomi sul letto a castello comincio a scrivere un testo da me inventato che parla dei magnifici giorni che mi sta facendo vivere questo viaggio.

Il titolo è: Un ponte in Slovenia. Mi sembra di avere già molte idee in testa ma, appena ho cominciato ad immergermi nel mondo della scrittura ecco che il pranzo è pronto.

Ormai il pranzo è finito e finalmente sta arrivando il momento di partire!

Il tragitto in autobus ci mostra una parte della periferia piena di palazzi alti che proiettano ombre sulle strade che sono piene zeppe di veicoli.

Nel giro di un quarto d’ora si intravede un grande edificio da cui vengono fuori due lunghi scivoli ed è impossibile non vedere la grande scritta ATLANTIS che è il nome delle terme.

 

Io e papà ci chiediamo se gli scivoli siano aperti anche d’inverno dato che vorremo fare un giro.

dopo esserci messi il costume entriamo nell’acqua calda e nuotiamo in circolo dentro ad una grotta artificiale dotata di luci e spruzzi d’acqua.

Dopo poco la mamma decide di provare la sauna e io e papà scopriamo l’accesso agli scivoli che si vedono dall’esterno.

Proviamo prima uno scivolo in cui si deve andare con una ciambella gonfiabile per sedersi e scivolare meglio dopo tre giri proviamo lo scivolo vietato ai minori di dieci anni chiamato Black Hole

Un semaforo da il via per buttarsi (senza ciambella gonfiabile) verso la prima curva che, immezzo al nero dello scivolo, ha dei led rossi poi, dopo due curve arriva la parte in cui una macchina per il fumo crea la nebbia e da distesi non ci si vedono i piedi. Dopo qualche curva si arriva nel mio punto preferito: ci sono raffigurati pesci, coralli, scogli, insomma un intero fondale marino in figure trasparenti, illuminate da led colorati che sono nascosti.

dopo qualche altra curva, con un buio nel cui neanche un falco vedrebbe qualcosa, si percorre un rettilineo e dopo essersi scontrati sull’onda artificiale si arriva alla fine e si viene accecati dalla luce esterna.

Dopo più di una dozzina di giri sullo scivolo e cinque minuti di Jacuzzi con l’acqua della temperatura di trentasei gradi centigradi torniamo tutti insieme verso lo spogliatoio mentre mamma ci racconta come sono le saune.

alla fermata dell’autobus attendiamo più di mezz’ora per un ritardo .

Dopo un lungo viaggio arriviamo in camper ceniamo e andiamo a letto sfiniti pensando alla meravigliosa giornata passata.

(Giorno 4) (l’ultimo L)

Mentre faccio colazione penso che dopo pranzo bisognera andare via da questo bel posto e spero tanto di visitare la chiesa rossa sfumata, con gli angoli bianchi e la punta dei campanili verde acqua di cui ho parlato nel testo che sto portando avanti dal titolo: Un ponte in Slovenia.

In tutta fretta mi preparo per uscire e, una volta saliti sull’autobus tiro un sospiro di sollievo pensando che siamo riusciti a trovare il tempo per dare l’addio alla città.

 

Entrando nella favolosa atmosfera festosa di lubiana cominciamo tutti a scattare foto fin che il mio Nintendo arriva a settanta foto e quattro video.

Nella chiesa è in corso una messa perciò possiamo restare per poco tempo ma riusciamo comunque a vedere i bellissimi affreschi.

Non resta molto da fare e perciò torniamo in campeggio ma dopo pranzo, prima di partire, prenotiamo una piazzola per festeggiare l’ultimo dell’anno in questa bella città.

 

Imbocchiamo la strada principale per tornare in Italia ma, caro lettore, ti do appuntamento per il testo di inizio 2017!!

INIZIATO 10 DICEMBRE E FINITO 29 DICEMBRE 2016 DA ME MR

**NDR: il testo riportato è una fedele riproduzione di quanto scritto da Matteo, come si può vedere dalle slide qui sotto